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Roma, 7 luglio 2011 - Una mail dalla Val di Susa per UNIVIP.
Abbiamo trovato una e-mail di Claudio
Guerra (associazione ambientalista “Materya”) nella posta elettronica di
UNIVIP. Ci hanno colpito i toni pacati, le emozioni smorzate, la richiesta
di aiuto.
Perché vogliamo proporla?
Perché speriamo che, divulgandola, qualche uomo di buona volontà possa
verificarla e confermarla o smentirla.
Vogliamo credere che l’avidità non offuschi i cervelli e che le grandi opere si
facciano per il bene comune, per arricchire il Paese e non le tasche di qualche
ingordo incosciente.
Scriveva François de La Rochefoucauld “Il
lusso e l’eccessiva ricercatezza sono il presagio sicuro della decadenza degli
Stati perché gli individui, curandosi soltanto dei propri interessi personali,
sono distolti dal bene pubblico”.
Di seguito Riportiamo Fedelmente il testo della mail
Scrivo a tutti coloro che mi
hanno conosciuto, e che hanno conosciuto l'associazione Materya, e il suo
impegno per l'ambiente.
In Val di Susa c'è una guerra. E nessun telegiornale sta dicendo la verità.
Una popolazione locale sta tentando di opporre resistenza alla costruzione di
un'opera voluta da lobbies finanziarie, sostanzialmente inutile, destinata al
trasporto delle merci (non è alta velocità.. per chi ancora non lo sapesse!),
dal costo pari a tre volte il ponte di messina. TRE VOLTE il costo del PONTE DI
MESSINA.
Cito inchieste del Politecnico di Torino e Milano, e dati estratti dalla
trasmissione Report (Rai tre) e da una bellissima trasmissione andata in onda
alcuni mesi fa su La 7.
Non mi dilungo sull'impatto ambientale, la collina di amianto (una stima di una
ASL di Torino parla di 20.000 morti nei prossimi anni per la nube di fibre..) il
tunnel di 54 km dentro una montagna già scavata dall'enel perchè ricca di
Uranio.. ma vi informo di questo:
i soldi destinati alla costruzione li metteranno le banche, ad un tasso del 6,2
% (interessante eh.. ) ma la fidejussione a garanzia del prestito sapete chi
l'ha messa?
Voi!! o se preferite lo Stato italiano! entro 9 anni dovremo restituire 45
miliardi di debito alle banche che hanno finanziato l'opera.
45 miliardi sono quello che dovremo sostenere come costo per ridurre un pochino
il nostro debito con l'estero per stare in Europa e il povero Tremonti non sa
dove reperirli.
Siete pronti a pagare altri 45 miliardi per far viggiare più veloce l'acqua
minerale di lecce verso la Norvegia, e far arrivare prima i biscotti inglesi
sullo scaffale del vostro supermercato?
Approposito.. non passeranno dalla Val di Susa le merci.. Un noto docente del
Politecnico dice che il costo del transito per un camion da questo valico non
sarà competitivo con i costi degli altri tunnel che già esistono. Questa sarà
davvero una cattedrale nel deserto.
Volevo solo informare tante persone che ancora non sanno…
Grazie del vostro tempo…
e chi di voi volesse aiutarci a fermare questo disastro divulghi questa mail.
Claudio Guerra
Per chi vuole saperne di più…
a cura del responsabile dell’Ufficio Stampa UNIVIP