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Roma, 18
novembre 2008- Vicedirigenza: il
coraggio di non mollare!
Il direttivo di UNIVIP ha approvato gli emendamenti da
presentare al Senato nei prossimi giorni e che pubblicheremo non appena
diventeranno ufficiali.
Riteniamo incomprensibile la scelta operata da questo Governo di
modificare la vicedirigenza, mentre proliferano le campagne mediatiche per una
amministrazione meritocratica e a costi contenuti. Ma soprattutto sconvolge
dover prendere atto che questa stessa maggioranza politica soltanto qualche anno
fa aveva nel suo programma elettorale la vicedirigenza come contrappeso alle
procedure di riqualificazione le quali, censurate dalla Corte Costituzionale
perché dichiarate illegittime, avevano di fatto equiparato diplomati e laureati
nello svolgimento di funzioni di direzione e responsabilità.
Solo nel lavoro pubblico (nel privato esistono i “quadri aziendali”) e solo in
Italia (in Europa i funzionari hanno un’altra considerazione) e solo nell’ultimo
decennio, la funzione di “direttore” di un ufficio viene svolta da chiunque
grazie ad una “riqualificazione” veloce.
Quando laurearsi era difficile, si pretendeva il titolo di laurea per entrare
nella carriera direttiva, oggi che laurearsi è alla portata di tutti, basta il
diploma.
Siamo convinti che la vera battaglia per restituire valore allo Stato e
recuperare la fiducia del cittadino nelle Istituzioni pubbliche sia avviare un
vero processo di moralizzazione che finisca con i “tornelli” e non che cominci
da lì.
Per questo riteniamo doveroso da parte di tutti i lavoratori (dirigenti,
impiegati, operai e precari), nell'interesse generale dell'amministrazione
pubblica e per uno Stato credibile e serio, difendere la vicedirigenza, mettendo
in essere azioni per attuarla e non vanificarla come incomprensibilmente il
Governo vuole fare.
Quando la funzione pubblica sarà restituita ai pubblici funzionari, i fannulloni
saranno scomparsi per sempre, e lavorare nello Stato sarà - come è giusto che
sia – la legittima aspirazione di chi vuole mettersi al servizio dei cittadini,
per il bene di tutto il Paese.
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