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Roma, 23 novembre 2012 – Arrivederci, Michele!
Michele era un
mio amico, non solo una delle ragioni per cui combattere.
Si era rivolto ad UNIVIP perché non aveva trovato nessuno disposto a dare voce
al suo dolore.
Seppure iscritto ad uno dei sindacati di categoria (non serve dire quale, sono
tutti gli stessi) era nella lista di quelli che, in posizione di comando presso
la Scuola Superiore della pubblica amministrazione, avrebbe dovuto far ritorno
alla amministrazione di appartenenza in nome della “spending review”. Ma
poi ha scoperto che quelle ragioni valevano solo per pochi e si è sentito
tradito.
Io conoscevo bene Michele. Non era fragile e nemmeno psicolabile. Era un uomo
libero, uno spirito puro, un funzionario di valore. Qui oggi parlo a nome di
tutti i giusti che come lui sono stati svenduti per la solita logica delle
raccomandazioni, delle clientele e dei favoritismi.
E mi indigno. Mi indigno perché penso che non si dovrebbe mai giocare con la
vita di una persona, soprattutto quando le ragioni che si vogliono far valere
sono false e mediocri.
Sono anni che UNIVIP denuncia la situazione dei comandati, cercando di
sensibilizzare sindacati, burocrati e politici affinché vengano applicate le
norme in vigore e si ponga fine alla vergognosa questione.
Ma siamo soli e da soli non si vince.
Da soli si muore.
Noi di UNIVIP, Michele, lo sappiamo bene.
Adesso facciamo silenzio. Stanno agitandosi gli altri, quei sindacati che non
hanno saputo ascoltarti.
Dio, ti supplico. Non rendere vano il suo sacrificio.
UNIVIP