Sono in tanti a scriverci per segnalarci casi di attribuzione di incarichi
di direzione e responsabilità la cui natura, molto spesso -se non nella quasi totalità
dei casi- è di carattere dirigenziale, senza il rispetto dei criteri stabiliti
dalle leggi, dai regolamenti o dalla contrattazione nazionale.
Si tratta di segnalazioni che lasciano esterrefatti per la macroscopica
ingiustizia perpetrata a danno dei colleghi, nel silenzio generale e nella
totale indifferenza.
Sembrerebbe che all'improvviso la vecchia dirigenza generale scoprisse di
dover agire con i poteri del datore di lavoro privato e si desse da fare
per promuovere e bocciare sulla base del proprio intuito, in piena
autonomia e discrezionalità.
Se tutto ciò si traducesse in vantaggio effettivo per il Paese in primo
luogo, per le finanze in secondo luogo e per l'efficienza dell'ufficio in
terzo luogo, si potrebbe anche pensare di soprassedere.
In fondo, quello che conta è il risultato.
Ma come si fa a misurare se il risultato è stato raggiunto?
Per questo ci fa ridere sentire parlare di "meritocrazia" tutte le volte
che si devono giustificare comportamenti, azioni e decisioni non sempre in
linea con i principi di trasparenza e legalità.
Come è nostro costume, ogniqualvolta veniamo a conoscenza di situazioni
poco chiare, interveniamo tempestivamente segnalando ai responsabili
l'accaduto e chiedendo di sanare e risolvere la faccenda.
Ci spiace, purtroppo, dover constatare che al nostro impegno e alle buone
intenzioni, non sempre corrisponde quello dei responsabili dell'accaduto.
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I quali, sollecitati a fornirci chiarimenti, spesso nicchiano,
tergiversano, prendono tempo, sperando di lasciar cadere la cosa.
Così siamo costretti a chiedere ripetutamente un confronto, un incontro,
un chiarimento, apparendo il più delle volte fastidiosi e petulanti.
Non ci possiamo arrendere. Uno degli scopi di UNIVIP è quello di
veicolare una cultura nuova del lavoro pubblico, che valorizzi le
professionalità esistenti e le difenda dalla indifferenza e la noncuranza
di chi quelle professionalità è chiamato a gestirle.
Un dirigente deve essere in grado di valorizzare le risorse che ha. TUTTE!
Sopratutto quelle umane, che costituiscono il vero patrimonio di
un'amministrazione seria e credibile.
Per dovere di cronaca,
comunque, rendiamo noto che siamo intervenuti nell'Agenzia del territorio
della Liguria e che abbiamo richiesto un chiarimento al direttore
generale in relazione ad un caso di palese iniquità. Ci aspettavamo
stupore e sconcerto per quanto palesavamo. Invece, ad oggi, nulla è stato
ancora fatto per rimuovere la situazione a danno dei colleghi.
La questione ora passa ai politici. Abbiamo fatto presente che nelle
Agenzie fiscali i manager pubblici attribuiscono incarichi che non sempre
rispondono a criteri di buona amministrazione. Quando si gestisce denaro
pubblico, quando con i soldi dei contribuenti si pagano incarichi
dirigenziali, non ci si può nascondere dietro "il potere di agire come
datore di lavoro privato".
Quando chi paga, paga con i soldi di tasca sua, può decidere come meglio
crede. Ma se chi paga, lo fa con i soldi della collettività, deve
spiegazioni alla collettività. |
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UNIVIP è un'associazione sindacale che vuole fare gli interessi
dello Stato per il bene del Paese.
In quanto tale, deve avere le risposte che chiede. E' un
dovere di chi rappresenta le Istituzioni fornire le risposte.
Intanto comunichiamo ai colleghi che sono state presentate già due
interrogazioni parlamentari e sono state inviate molte lettere ad esponenti politici
di entrambi gli schieramenti.
Siamo certi che la nostra instancabile opera di sensibilizzazione alla
fine porterà i suoi frutti.
DI NARDO - Ai
Ministri dell'economia e delle finanze e per la pubblica amministrazione e
l'innovazione - Premesso che:
nell'ambito del nuovo sistema amministrativo delineatosi con il decreto
legislativo n. 300 del 30 luglio 1999 finalizzato al riordino della
organizzazione delle amministrazioni centrali dello Stato, attuativo della
delega di cui all'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59, il
legislatore ha operato un intervento di rilevante impatto sulla gestione
delle funzioni amministrative, mediante l'istituzione di nuovi organismi
denominati Agenzie;
il Capo II, Titolo V, del citato decreto legislativo, riferito
specificamente alla riforma dell'amministrazione finanziaria, ha previsto
l'istituzione di quattro Agenzie fiscali (entrate, territorio, dogane e
demanio) disciplinandone i relativi sistemi di gestione;
l'articolo 66, comma 3, del predetto decreto legislativo n. 300 del 1999
ha fissato i criteri basilari cui deve uniformarsi l'articolazione degli
uffici, quali l'organizzazione ed il funzionamento delle Agenzie fiscali
mediante regole certe, chiare ed inequivocabili; |
i regolamenti di amministrazione hanno definito criteri e modalità di
accesso alla dirigenza prevedendo, nel rispetto dei principi di cui
all'articolo 36 del decreto legislativo n. 29 del 1993, per i posti
vacanti e disponibili, procedure selettive pubbliche per le assunzioni sia
dall'esterno che dall'interno;
in virtù di tali norme, per particolari esigenze di servizio l'Agenzia può
stipulare, previa specifica valutazione comparativa dell'idoneità a
ricoprire provvisoriamente l'incarico, contratti individuali di lavoro a
termine con propri funzionari con l'obbligo di avviare rapidamente le
procedure selettive;
per quanto risulta all'interrogante, si sarebbero registrate talune
anomalie procedurali sull'assegnazione di incarichi dirigenziali, quali ad
esempio il recente conferimento dell'incarico di Capo reparto dei servizi
all'utenza (dirigente di II fascia) presso l'Ufficio del territorio di
Roma all'attuale Direttore dell'Ufficio del territorio di La Spezia, in
quanto tale conferimento sarebbe stato attribuito omettendo qualsiasi
valutazione di carattere comparativo;
per quanto risulta all'interrogante, sembrerebbe che la Direzione centrale
dell'Agenzia, nel provvedimento emanato, abbia previsto la reggenza ad
interim del predetto ufficio allo stesso dirigente, nonostante il
Governo insista da mesi sulla necessità di puntare su di una classe
dirigente selezionata su base meritocratica, ai fini di un rinnovamento
della pubblica amministrazione in termini di competenza e trasparenza;
non si comprendono quali siano stati i criteri che abbiano indotto i
responsabili dell'Agenzia ad adottare una scelta di tal genere,
si chiede di sapere:
se corrisponda al vero quanto sopra esposto ed in tal caso quali
provvedimenti urgenti, per quanto di competenza, si intendano assumere al
riguardo;
se e quali iniziative si intendano adottare per eliminare tutte le
situazioni di illegittimità sopra denunciate, nel rispetto dei principi
sanciti dall'articolo 97 della Costituzione sull'imparzialità ed il buon
andamento della pubblica amministrazione.
(4-00829)
Dello stesso tenore, anche quella di CICCANTI annunciata nella
seduta n. 85 del 13 novembre scorso, con il n.
4-01624.
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Il problema degli
incarichi ad interim o dei doppi incarichi è stato affrontato più volte,
così come quello dell'affidamento degli incarichi dirigenziali in assenza
delle procedure di interpello.
I fatti, però, dimostrano ancora oggi che nessun passo avanti è stato
fatto in nome della trasparenza e della legittimità.
Quello che meraviglia maggiormente è la quasi totale assenza di criteri
oggettivi nell'assegnazione degli incarichi, che ha dato vita ad una
lunga serie di ricorsi.
A seconda dei casi e delle ragioni di chissà chi, alcuni incarichi
dirigenziali non vengono assegnati ma attribuiti "ad interim", altri
ricoperti con il sistema delle "reggenze" ed altri ancora con contratti a
tempo determinato ad esterni o interni alla stessa amministrazione.
Ma qualcuno ci può spiegare quando ci si avvale di un metodo, o di un
altro?
Nessuna risposta.
Una circolare dell'Agenzia del Territorio, datata 17 ottobre
2008 e n. prot. 72148 emessa dalla Direzione Centrale Risorse Umane
avente ad oggetto il conferimento degli incarichi dirigenziali stabilisce
che sulla base di quanto convenuto nell'accordo sindacale del 17
marzo 2005 si attiva una ricerca interna di risorse dotate di
competenza e professionalità con elevate capacità manageriali idonee a
ricoprire determinate posizioni.
Con quali OO.SS.?
La rappresentatività viene calcolata ogni due anni. L'ultima si è avuta
nel 2006 per individuare le sigle sindacali del biennio successivo. Può
darsi che nel 2008 lo scenario sindacale sia cambiato o che gli stessi
sindacati abbiano adesso un peso diverso. Possibile che i manager
dell'Agenzia questo dubbio non l'hanno avuto e hanno emanato sic et
simpliciter una circolare basata su di un accordo sindacale di tre anni fa
in una materia così delicata?
Nella circolare, si dice "La ricerca di tale posizione è rivolta ai
dirigenti di II fascia. Tenuto conto, tuttavia, dell'urgenza di ricoprire
tale posizione, qualora non dovessero essere individuate utili candidature
dirigenziali attinenti al profilo richiesto, verranno prese in esame le
offerte di disponibilità eventualmente presentate da funzionari con
incarico dirigenziale provvisorio conferito da almeno due anni.
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Intanto è bene
ricordare che la Corte di Cassazione con sentenza n. 9130 del 17 aprile
2007, in un passo recita testualmente "la reggenza dell'ufficio è
consentita, senza dare luogo agli effetti collegati allo svolgimento di mansioni
superiori, allorquando sia stato aperto il procedimento di copertura del
posto vacante e nei limiti di tempo ordinariamente previsti per tale copertura".
Come è possibile, allora, ci domandiamo che esistono funzionari che
reggono uffici dirigenziali da ben due anni e che a questi solo è
data la possibilità di continuare a ricoprirli?
Non sarebbe meglio, nel rispetto dei regolamenti e dei principi stabiliti
dall'ordinamento, sottolineare il carattere provvisorio di una tale scelta
evitando di assegnare agli stessi e a tempo indeterminato incarichi che la
legge pretende si ricoprano a seguito di una regolare procedura
concorsuale?
Vogliamo ricordare ai dirigenti dell'Agenzia che il regolamento
testualmente recita "L'Agenzia può
stipulare, previa specifica valutazione dell’idoneità a ricoprire
provvisoriamente l’incarico, contratti individuali di lavoro a termine con
propri funzionari, con l’attribuzione dello stesso trattamento economico
dei dirigenti, con l’obbligo di avviare nei sei mesi successivi la
procedura selettiva.”
Procedura selettiva non vuol dire
necessariamente concorsi lunghi e complicati. Vuol dire anche comparazione
dei titoli e degli incarichi di servizio svolti. Ma allora perchè non dare
a tutti i funzionari le stesse opportunità?
Non va meglio nelle Agenzie delle Dogane, dove con lettera
del 3 settembre 2008 prot. n. 15287 indirizzata alle OO.SS. e avente ad
oggetto il conferimento di incarichi dirigenziali, si estende
l'attribuzione di incarichi dirigenziali a tutto il personale della terza
area (quindi anche agli F1 e gli F2) con un'anzianità di almeno 5
anni (non viene specificato il titolo di studio) e per una durata di tre
anni.
Ma allora, perché tanto ostruzionismo nei confronti della vicedirigenza? I
destinatari della norma, con il precedente sistema, sarebbero diventati
dirigenti allo stesso modo di questi, ma nel rispetto di regole più chiare
e più trasparenti.
Qualcuno ha il coraggio di darci una spiegazione?
Ufficio Stampa Univip
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