Unione Nazionale Italiana per la Valorizzazione dell'Impiego Pubblico
La News Letter di UNIVIP
Uno sguardo sul mondo del pubblico impiego
Speciale Concorsi pubblici

Numero di Gennaio 2011
 

Cambiano i musicanti ma la musica è sempre la stessa.
Di quale musica stiamo parlando è presto detto: parentopoli.
Fra tutti gli aspetti che coinvolgono questa nostra società, molto spesso malata, la pubblica amministrazione non è esente da quello, particolarmente odioso, che viene genericamente definito come   raccomandazione.
Sovente ne parlano i giornali  occupandosi di questo o di quel caso. All'inizio si trattava di avvenimenti isolati e che scandalizzavano. Oggi sono diventati la regola, e hanno dato vita a fenomeni di “raccomandazione di massa”.
Un malcostume che ovviamente riguarda sia questo governo che i governi precedenti.
Un malcostume trasversale che comprende politici, burocrati e forze sindacali.
La cosa che, rispetto ai tempi andati è mutata, è  la sistematica lottizzazione fra le tre componenti che rappresentano rispettivamente il popolo, lo Stato ed i lavoratori; un “arraffa, arraffa” che non lascia nessuno spiraglio di speranza a giovani e meno giovani, i quali desiderano mutare in meglio il loro destino lavorativo senza doversi necessariamente schierare ed affidarsi alle grazie di qualche "benefattore".
Se un tempo, poniamo ad esempio,  erano posti a concorso dieci posti da
impiegato direttivo, era notorio che almeno la metà degli stessi serviva ai politici di turno per i propri postulanti, mentre i restanti erano riservati ai più meritevoli che -si diceva ironicamente- avrebbero dovuto lavorare anche per i meno meritevoli.
Cronache di altri tempi.  Oramai le cose si svolgono differentemente, così come le raccontano e le indicano le redazioni dei giornali che di volta in volta si interessano di casi, vuoi per ingigantire i difetti dell’opposizione, vuoi per cercare di eliminare qualche concorrente troppo scomodo  nella corsa al posto. La parentopoli, purtroppo, non ha risparmiato nemmeno il Ministero della Difesa, dove, in un sistema incrociato di favori, attuato fra i dirigenti dello stesso Ministero, si sistemavano parenti ed amici con una probabile catena di S. Antonio senza fine anche per le generazioni future.

La notizia riportata dal giornalista Paolo Bracalini è apparsa l’estate scorsa su il “Giornale.it”  e racconta di esami truccati e favoritismi.

L’inchiesta, voluta dal Ministro La Russa, ha smascherato il sistema per assumere parenti nella Difesa. I raccomandati (cognomi noti ai dipendenti del Ministero costretti al silenzio per non subire ritorsioni di ogni genere) ricevevano le risposte ai quesiti prima degli esaminatori. Risulterebbero
coinvolti diversi funzionari ed anche un discreto numero di direttori generali.

(Per saperne di più leggi l’articolo direttamente alla pagina www.ilgiornale.it del 9 agosto 2010 oppure digitando il seguente indirizzo:
www.ilgiornale.it/interni/concorsi_difesa
_assumevano_mogli_e_figli/09-08-2010).

Anche “infosannio.wordpress.com”
riportava la medesima notizia, soffermandosi su nomi illustri e raccontando in maniera particolareggiata dettagli scabrosi sui concorsi espletati nel Ministero tra il 2005 ed il 2008, compreso il concorso per 13 dirigenti nel Ministero della Difesa, dove –scorrendo la graduatoria- si può facilmente notare la parentela di alcuni vincitori con dirigenti generali.
Ma lo scandalo di parentopoli non ha risparmiato nessuno. Il fenomeno, denunciato più volte nelle Università, ha riguardato anche aziende municipalizzate come l’ATAC e l’AMA di Roma. La notizia è del 14 dicembre scorso ed è stata riportata dal Messaggero alla pagina dedicata alla Cronaca di Roma. 

In questo caso sarebbero coinvolti non solo politici e burocrati ma anche sindacalisti. Secondo i dati riportati dal giornale la spartizione ha riguardato: 13 posti alla CGIL, 8 alla CISL, 8 anche alla UIL, 3 alla UGL e 4 alla FAISA.

(se vuoi leggere l’articolo clicca qui).

Assunzioni senza concorso e per chiamata diretta anche alla Protezione civile di Guido Bertolaso. Secondo “Repubblica” del 27 marzo 2010, figli e nipoti di generali, colonnelli, magistrati della Corte dei conti e della Corte Costituzionale, cardinali, prefetti, direttori generali del Tesoro (gli stessi che devono controllare la spesa), avvocati di Stato, 007 dei servizi segreti, dirigenti e segretari generali della Presidenza del consiglio dei ministri, ex capi dei vigili del fuoco, dirigenti sindacali sono stati assunti tramite una procedura straordinaria, in deroga all’articolo 97 della Costituzione che prevede il concorso come modalità di reclutamento nei pubblici uffici. Anche l’Unità del 19 febbraio 2010 parla di Assunzioni a go-go senza concorso nella Protezione civile: prima contratti di collaborazione, poi a termine, poi posto fisso a vita. In deroga a tutte le leggi. La Protezione civile è diventata il rifugio dei figli della casta. Dei 492 dipendenti, 142 sono entrati a chiamata diretta ed altri 150 entreranno a breve con il nuovo decreto.
Fino al 2004 i dipendenti della Protezione civile erano 320. Oggi sono 800, di cui 150 “comandati” che continuano ad essere considerati precari e che rischiano –nonostante la professionalità acquisita- di
ritornare nelle amministrazioni di appartenenza perché nessun Governo ha voluto risolvere con serietà la loro questione.

Quando, nel 2008, abbiamo gridato allo scandalo perché il Governo Prodi aveva proceduto, negli ultimi due mesi del suo mandato, a nominare 120 superdirigenti nei Ministeri, mai potevamo immaginare che il nuovo Governo, predicatore di meritocrazia, trasparenza nelle amministrazioni e lotta ai fannulloni, si sarebbe adeguato alla pratica oramai costante di considerare gli uffici pubblici come cosa privata e a disporne a proprio uso e consumo.
Oramai l’assenza di moralità che contraddistingue indistintamente ed in maniera trasversale tutta la classe dirigente italiana ha fatto scuola anche negli altri strati sociali tipici della borghesia e della classe operaia. ingenerando una reazione a catena nella gente comune che, in questo modo, si sente autorizzata a comportarsi, quando può, nello stesso identico modo.
Non ci dichiariamo moralisti, ma il fenomeno sembra aver assunto -a nostro avviso- un processo irreversibile tipico di una società in decadenza, una società poco incline a toni moralistici e di rettitudine, e che se talvolta li esprime lo fa solo per fini propagandistici .
Generalizzando,  l’individuo risulta sempre meno incline a sopportare il
sacrificio ed è portato, invece, a sfruttare ogni situazione per il proprio tornaconto personale.

Chi può porre fine a questo sistema?

L’uomo semplice, l’uomo comune. Denunciando questo stato di cose, manifestando disapprovazione per quanto sta accadendo e pretendendo risposte chiare da chi ci governa.

UNIVIP cerca, nella sua costante lotta all’illegalità, di sensibilizzare la categoria dei funzionari. Una categoria che da troppo tempo è costretta ad assistere ad ingiustizie di ogni tipo e che si vede obbligata a lavorare senza alcuna prospettiva di carriera e senza nessuna soddisfazione economica.

I sindacati rappresentativi, che si sono piegati alla logica del mercimonio del posto di lavoro, hanno avversato l’applicazione della vice dirigenza, dell’istituto dello scorrimento delle graduatorie ancora valide e della mobilità. Tutti istituti che sfuggono alla logica della clientela e che, se applicati, garantirebbero l’autonomia e l’indipendenza del personale che ne avrebbe diritto, nell'interesse del Paese e delle malandate Casse dello Stato.

 Ufficio Stampa Univip