“Storie brevi” di Sara Romani
Recensione a cura di Maria Paola Rosapepe
Ogni tanto, può essere salutare astrarsi dalla frenetica quotidianità e dedicarsi alla lettura di un libro che sia svincolato dai concetti di spazio e di tempo, vere e proprie catene, che ancorano la nostra esistenza al mondo moderno. L’occasione ci è data dal libro di Sara Romani” Storie Brevi”, edito dal Gruppo Albatros - Il Filo.
Diciotto racconti che si svolgono a contursi Terme, un piccolo paese del meridione d’Italia, nel quale l’autrice sembra aver scattato alcune istantanee che ne caratterizzano lo stile di vita.
Con un linguaggio all’apparenza puerile, Sara Romani, lo racconta e si racconta; osserva, quasi dall’alto, un bambino che gioca, una donna coraggiosa, parenti e conoscenti, tutti con benevolenza, ammirazione e curiosità.
La maternità e l’amore per Dio sono i temi più ricorrenti, forse, il filo conduttore di cui la scrittrice esordiente si serve per parlare dell’ambiente in cui vive ed al quale appare melanconicamente fiera di appartenere.
Quanto più semplice è lo stile del narratore, tanto più profonde e libere possono essere le riflessioni del lettore.
La Romani ha, infatti, uno stile particolare: usa un ritmo lento ed un linguaggio quasi elementare per poter condividere le sue “storie brevi con un vasto pubblico: la scelta di evitare ostentazioni culturali e parole troppo forbite potrebbe essere a tal fine vincente.
