Unione Nazionale Direttivi e Vicedirigenti Pubblici

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NOSTRA SIGNORA DELLA CONCERTAZIONE

di Anna Punzo e Franco Tempra

Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è aperto un tavolo di trattativa tra amministrazione e OO.SS per ricercare una intesa volta alla definizione di alcuni problemi tra cui quello della stabilizzazione del personale di prestito.
Sul punto, in via preliminare, si deve dare atto - attraverso la lettura dei vari comunicati emessi dai sindacati in merito all'incontro con l'amministrazione – che solo lo SNAPRECON ha rappresentato argomentazioni condivisibili, manifestando il proprio dissenso a regolarizzare unicamente uno sparuto gruppo di personale.

La questione della regolarizzazione, com'è noto, si trascina da anni e, con amarezza, non si può non constatare che per la neghittosità dell'amministrazione e la miopia della generalità dei sindacati non è stata ancora trovata una soluzione volta a contemperare le esigenze del personale di ruolo con le legittime istanze di stabilizzazione del personale in assegnazione temporanea.
Chissà, forse siamo a una svolta. Solo il tempo potrà dirci se la trattativa amministrazione-sindacati avrà un esito equo e positivo oppure scaturirà in un compromesso dal quale emergerà vincente la proposta dell'amministrazione di stabilizzare un esiguo numero di funzionari con professionalità particolari e rinviare “sine die” la ricerca di soluzioni finalizzate a coprire posti vacanti.
Appare strano ed inspiegabile, comunque, che le OO.SS. non hanno richiesto l’applicazione delle norme vigenti in base alle quali –lo ricordiamo- spetta al Presidente la facoltà di vincolare una quota di posti (pari al 20%) per l’inquadramento del personale comandato.
La logica e la ragionevolezza porterebbero a sostenere che, alla base di una trattativa, occorre attenersi ed essere in linea con le regole, cioè con le normative vigenti in materia. Doveva essere, ad opinione di chi scrive, evidenziato che il contingente del personale di prestito anziché diminuire sino ad essere non superiore al 20% rispetto al personale di ruolo è aumentato del 23% rispetto a quanto stabilito dalla summenzionata norma, essendo lievitato impropriamente fino all’attuale consistenza che ha raggiunto il 43%. Nel contempo, il contingente di ruolo si è contratto notevolmente creando circa 500 posti vacanti.
In tale quadro di riferimento l'amministrazione presidenziale, attese le vacanze organiche, per far fronte alle necessità operative delle variegate strutture, si è sempre più avvalsa di qualificati, peculiari e specifiche professionalità peraltro spesso non rinvenibili nell'ambito del personale di ruolo.
Questa abnorme strategia di reclutamento crea una difforme gestione del personale, alimenta la disparità di trattamento e produce conflittualità più o meno latenti tra il personale di ruolo e non di ruolo.
Per questo appare inspiegabile l'opzione finalizzata a coprire le vacanze organiche limitandole a figure professionali particolari e/o tecniche. Se così sarà, si perpetuerà una ulteriore iniquità nei confronti di quanti, per anni, hanno avuto la conferma-reiterazione del provvedimento di comando o fuori ruolo proprio per le loro peculiari competenze e professionalità.
Tra l'altro, il principio della “flessibilità” comporta che il personale, per esigenze di servizio, é preposto al perseguimento dell'efficienza gestionale delle strutture della Presidenza svolgendo, in modo poliedrico, mansioni compiti e funzioni di volta in volta diversi, tutti parimenti esigibili indipendentemente dalle rigide classificazioni ormai superate dai vigenti contratti sia nazionali che aziendali.
Confidiamo, pertanto, nella buona volontà e nella lungimiranza delle parti, auspicandoci che tutto non si risolva nelle solite, tristi soluzioni da “pannicelli caldi”.

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