DEBITO PUBBLICO E PATRIMONIO IMMOBILIARE
di Marisa Randaccio
COME MAI IL DEBITO PUBBLICO DEGLI ITALIANI E’ CRESCIUTO A DISMISURA IN UN PERIODO DURANTE IL QUALE IL RICAVATO DELLA VENDITA DEI BENI IMMOBILI DELLO STATO ERA STATO DESTINATO DALLA LEGGE 432\93 AL RISANAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO ?
Proverò a rispondere a questa domanda.
A pochi italiani potrebbe venire in mente di pensare, leggendo il d.l.
112\2008 convertito nella legge 133\08 rubricata “Disposizioni urgenti in
materia di privatizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico
e di sviluppo dei fondi di investimento immobiliare” che prima
dell’emanazione della suddetta legge, e quindi per circa venti anni, siano
stati venduti i beni immobili di proprietà dello Stato (Demanio) compreso il
patrimonio immobiliare storico e artistico, nonché quelli di proprietà degli
enti previdenziali (dello Stato) come INPS ENPAS INPDAP INAM INAIL INADEL
ENASARCO ENPALS, etc. (ai sensi del d.l. 386\91 convertito nella legge 35\92,
del d.l. 333\92 convertito nella legge 359\92, del d.l. 557\93 convertito nella
legge 133\94 e del dlgs 104\96).
Nemmeno riuscirebbero ad immaginare che, nello stesso periodo, si sia proceduto
alla vendita (c.d. privatizzazione) di tutti gli ENTI PUBBLICI DELLO STATO
ITALIANO trasformati in SPA, e dei beni immobili di proprietà degli stessi
enti quali IRI, IMI, INA, SME, PAVESI CIRIO, BERTOLLI, DE RICA, CEMENTIR,
AUTOSTRADE, BANCA COMMERCIALE ITALIANA, BANCO DI ROMA, CREDITO ITALIANO, BANCO
DI NAPOLI, BNL, ITALTEL, FERROVIE DELLO STATO, POSTE ITALIANE, TELECOM, ENTE
TABACCHI, SNAM, RETE GAS, TERNA, nonché alla vendita dei beni immobili di
tutti gli Ospedali, delle ASL e delle IPAB, comprese le innumerevoli
donazioni fatte nei secoli agli ospedali e agli Istituti per Ciechi.
La vendita dei beni demaniali dello Stato, tra cui quelli del Ministero
della Difesa, si è realizzata attraverso una normativa variegata e spezzettata
inintelligibile ed incomprensibile, se non ai pochi addetti ai lavori; normativa
che è stata emanata in deroga alle norme sulla Contabilità di Stato, e quindi
in aperta violazione di quanto previsto dalla Costituzione e dal Codice
Civile (artt. da 822 a 839), attribuendo poteri speciali al Ministro delle
Finanze (ossia un uomo politico) che ha potuto trasferire le competenze dello
Stato a soggetti privati (Consorzio di Banche italiane e straniere) per
effetto di norme di legge create ad hoc (legge 35\92 e art. 7 della
legge 140\97). In questo modo è stato consentito alle Banche di acquistare
l’intero complesso dei beni che di volta in volta venivano alienati, in deroga
alle norme sulla registrazione, trascrizione, iscrizione, annotazione e voltura
catastale degli atti di compravendita da presentare al conservatore dei registri
immobiliari come previsto dall’art. 2658 del c.c. .
I privati (vale a dire le banche e gli intermediatori finanziari) individuati
direttamente dal politico (Ministro delle Finanze) hanno agito al di fuori sia
dei rigorosi controlli preventivi affidati alle Intendenze di Finanza (dpr
72\55) che di quelli successivi assegnati alla Corte dei Conti.
Si potrebbe pensare che tale normativa fosse stata cosi ben congegnata per
sottrarla al pericolo di indizione di referendum abrogativi, che di certo
sarebbero stati voluti da tutti gli italiani, se solo fossero stati messi in
condizione di conoscere l’enorme imbroglio!
Si tratta di una normativa frazionata e frammentaria, inserita nei più disparati
contesti normativi, dove però con alcuni articoli si modificano
(retroattivamente e con legge ordinaria) leggi Speciali. Così è stato possibile
disciplinare la vendita dei beni immobili del demanio militare (art. 44 della
legge 448/98 che modificava la legge 497/78 in senso peggiorativo), declassando
il bene indisponibile (art. 823 del c.c.) e facendolo diventare disponibile
attraverso la sua cessione all’ente locale, rendendo quindi possibile la sua
alienazione (legge 177\92 e art. 71 della legge 448\2001).
L’ex Ministro del Tesoro, Emilio Barucci, nel suo libro intitolato “Le
privatizzazioni in Italia” edito da Carocci, scrive “con la legge 432\93
viene istituito il Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato: nel fondo
confluiscono i proventi da dismissioni incassati dal Tesoro, che sono così
vincolati per legge alla riduzione del debito pubblico”(pagina 51 e 52).
Barucci precisa che l’obiettivo della legge è quello di “legare le mani”
ai Governi futuri, istituzionalizzando il principio secondo cui con la vendita
di beni di proprietà dello Stato non si dovessero finanziare spese correnti, ma
prioritariamente ridurre il debito pubblico.
Era ancora lui, Emilio Barucci, Ministro del Tesoro quando fu emanata la legge
432\93. Sempre nel suo libro (pagina 71) spiega che l’intero processo delle
privatizzazioni sarebbe stato guidato, a livello mondiale, da una intensa
attività lobbistica da parte delle banche d’affari internazionali, banche che
nel 1992 correvano in via XX Settembre per offrire i loro servigi al ministro
del Tesoro.
Barucci precisa (pagina 41) che leggi successive (art. 16 legge 359\92, e art. 3
co. 216 legge 662\96) hanno confermano la destinazione primaria al debito
pubblico del ricavato della vendita del patrimonio dello Stato Italiano, debito
che nell’anno 1990 era possibile stimare attorno a 6.000 miliardi di lire,
cedendo tra il 20% e il 30% delle quote di capitale di enti pubblici
trasformati in SPA, e cioè ENEL, ENI, IMI, INA,e CREDIOP, società che comunque
dovevano rimanere in mano pubblica.
Dal 1990 in poi e’ stato venduto un patrimonio di valore immensamente più
elevato dei 6.000 miliardi delle vecchie lire, e se da allora, il debito ha
continuato a crescere, vuol dire o che gli utili delle vendite sono stati
utilizzati per altro oppure che gli stessi Utili, anziché affluire nelle
casse dello Stato, siano affluiti altrove, oppure, come ultima alternativa, ma
non la più improbabile, che i beni anziché venduti, siano stati “regalati”.
Quello che sappiamo con certezza, invece, è che (ai sensi dell’art. 3 comma 27
della legge 335\95, del dlgs 104\96, e dell’art. 7 del d.l. 79\97 convertito
nella legge 140\97), sono stati venduti milioni di immobili che erano di
proprietà dei nostri Enti Previdenziali, appartenenti al patrimonio
indisponibile del Demanio, e come tali inalienabili anche perchè acquistati
con le ritenute operate sugli stipendi dei lavoratori, posti a garanzia del
valore economico delle pensioni, pensioni che avrebbero dovuto essere
rivalutate e mai ridotte avendo come controvalore a riferimento il patrimonio
immobiliare dell’ente previdenziale.