Unione Nazionale Italiana per la Valorizzazione dell'Impiego Pubblico

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RIDUZIONE DEL PERSONALE: MOBILITA' O LICENZIAMENTO?
di Anna Punzo e Franco Tempra

 Habemus la tanto conclamata e temuta spending review.  
Con la “solita” fiducia di entrambi i rami del Parlamento il 7 agosto scorso è stata emanata la legge n. 135: una sorta di finanziaria che inciderà sulla sorte di tanti lavoratori e delle loro famiglie, con le conseguenti implicazioni logistiche ed economiche.
L'obiettivo di UNIVIP è volto a costituire un megafono dell’enorme scontento, delle perplessità, dei timori e delle preoccupazioni dei pubblici dipendenti di ogni ordine, grado e professionalità che serpeggia nelle variegate strutture delle pubbliche amministrazioni.
In tale quadro di riferimento, già in una nostra precedente informativa dal titolo
INTORNO ALLA MANNAIA DEI TRASFERIMENTI E DELLA MOBILITÀ”, del 25 giugno 2012, avevamo, fra l'altro, evidenziato: al fine di evitare dissonanze, discrezionalità, sperequazioni e difformità operative, il Governo, le Amministrazioni e i Sindacati non possono non farsi carico della ricaduta sociale e politica, nonché dei riverberi familiari, economici e professionali sul personale. La materia è delicata per cui, a parere dello scrivente, occorre che, in sede ARAN, ovvero presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, mediante un tavolo di confronto con le OO.SS. si prefiguri – attraverso un “provvedimento quadro” – un indirizzo procedurale con criteri chiari ed assentiti, circa l’iter dei processi di trasferimento e mobilità, individuabili a parere di questa O.S., principalmente nei seguenti elementi:

Ø                 anzianità anagrafica;

Ø                 anzianità di servizio complessiva;

Ø                 anzianità di servizio nella qualifica/area;

Ø                 anzianità di servizio presso l’Amministrazione;

Ø                 anzianità di qualifica posseduta;

Ø                 numero dei trasferimenti ai quali il dipendente sia stato sottoposto fra Amministrazioni diverse e nell’ambito della stessa Amministrazione;

Ø                 professionalità, la cui valutazione va fatta tenendo conto dell’anzianità di servizio senza demerito presso specifici e ben determinati settori dell’Amministrazione di appartenenza;

Ø                 composizione del nucleo familiare, anche in relazione alla presenza in famiglia di soggetti tutelati dalla legge n. 104/92.”

 Ed ancora:

·                    agevolare, in primis la mobilità volontaria;

·                    dare facoltà al personale comandato e fuori ruolo di essere immesso (“mediante cessione del contratto di lavoro”) nei ruoli organici dell’Amministrazione ove presta servizio in posizione temporanea ai sensi dell’art. 30 del D.Lgs 165/2001.”.

 

Dalla lettura dell'articolo 2 del provvedimento, recante: “Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni”, non risulta che il legislatore abbia posto significativi criteri ai fini di disciplinare le operazioni di trasferimento e mobilità, rinviando, invece, a successivi DPCM la predisposizione di criteri e modalità.
Risulta allo stato che, come impone la normativa, tutte le amministrazioni stiano trasmettendo al Dipartimento della funzione pubblica le tabelle organiche, da cui si potrà desumere l’esistenza di vacanze e di esuberi per aree/categorie, livelli giuridici-economici e profili professionali. Insomma, si sta procedendo ad una sorta di radiografia delle risorse umane, premessa per pervenire ad una più razionale redistribuzione delle forze di lavoro cui si provvederà con i DPCM previsti dalla legge, da adottare entro il 31/10/2012.
Se risultasse personale eccedente sarà necessario, in via propedeutica, preordinare parametri oggettivi onde formare graduatorie per la flessibilità, agevolando la mobilità volontaria – stabilizzando il personale in posizione di comando nei posti eventualmente vacanti in ogni singola amministrazione (atteso che detto personale è incardinato, di fatto, nei ruoli organici delle amministrazioni in cui prestano, da anni, servizio temporaneo) - ed impedendo assolutamente che l’esubero divenga licenziamento.
Il personale in eccedenza deve essere immesso, anche in soprannumero, nelle amministrazioni ove è ubicata la sede di lavoro o in cui presta servizio, con riassorbimento a seguito di successive vacanze dei ruoli. Tale assunto scaturisce dalla considerazione che, a seguito dei collocamenti a riposo di ufficio (con il sistema anti riforma Fornero) del personale rientrante nel coacervo degli “eccedenti” nonché dei tanti dipendenti che entro il 31/12/2014 e nei successivi anni andranno in pensione per raggiunti limiti di età, si creerà automaticamente un congruo numero di vacanze organiche da coprire con il personale soprannumerario.
Peraltro la legge non consente spazi di trattativa perché il governo si impegna a fornire alle organizzazioni sindacali solo informative, garantendo tuttalpiù un esame congiunto. In proposito si riportano alcuni stralci dell’intervista rilasciata dal Ministro Patroni Griffi al giornale “Il Mattino” del 12.8.2012 “….alla ripresa saremo molto impegnati sulla riduzione della dotazione organica nel pubblico impiego, in un’ottica di razionalizzazione delle risorse”; l’obiettivo del governo è quello di procedere “in maniera selettiva e non lineare.” In merito allo sciopero del pubblico impiego indetto per il 28/9/2012, il Ministro puntualizza che l’esecutivo “ andrà comunque avanti, pure se con il massimo della disponibilità al confronto” ma ricorda che l’esame congiunto con le OO.SS. “non va letto come compartecipazione alla produzione legislativa.” (leggi DD.PCM)
Auspicando l’attuazione di un congruo sistema di partecipazione sindacale, vogliamo credere e ... sperare che il Dipartimento della funzione pubblica, nel verificare e analizzare le documentazioni relative alle dotazioni organiche trasmesse da tutte le pubbliche amministrazioni, da cui dovrebbero emergere gli esuberi e le vacanze, non assuma le vesti di semplice “custode” degli atti ma, per il suo ruolo istituzionale, si attivi per una gestione che salvaguardi le esigenze del personale, costretto dalle leggi che si susseguono ormai da anni a sopportare l’intero carico delle riforme, pagando per tutta la collettività gli effetti di una politica di  “lacrime e sangue”.
In conclusione poiché la legge n. 135 dell’agosto scorso (più nota come spending review) in merito alle misure su mobilità ed esuberi appare carente di regole certe, è lecito sostenere che la funzione pubblica si costituisca come un costante, congruo e insostituibile punto di riferimento, in costante dialogo con le parti sociali, in grado di predisporre quel quadro di regole, equo e socialmente assentito, volte a disciplinare l' eventuale esubero degli impiegati eccedent

 

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