Unione Nazionale Direttivi e Vicedirigenti Pubblici

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C-bis ? No, grazie preferisco la vicedirigenza!
di Antonio Festa

Ogni mattina  l’emigrante senegalese esce di casa con il suo immenso carico di cianfrusaglie variopinte  per cercare di venderti all’angolo di una strada le sue  mercanzie.
Ogni mattina  spera di venderti quella enorme maschera di legno oramai sempre più triste ed impolverata, sempre più ingombrante, inutile testimonianza  di una tradizione africana  che solo a pochi importa, distratti da una società anticonformista e molto evoluta intellettualmente ma  che nei fatti è intenta a fare solo i propri comodi.
Dove di democratico c’è solo la libera scelta di riempire il carrello al supermercato con quello che vuoi.
Credo che il nostro stato d’animo, quello di chi cerca  con tutte le proprie forze di affermare ogni giorno un sacrosanto diritto sancito in una legge dello Stato italiano, una legge tanto ingombrante  quanto inutile per le stesse menti politiche che lo hanno partorito, sia simile allo stato d’animo del senegalese che ogni sera fa i conti  con la propria realtà dinanzi alla maschera di legno tanto bella quanto inutile e poco apprezzata.
Sono qui a raccontarvi  quelle piccole battaglie quotidiane che nel corso degli anni ( sei) si sono succedute ora con toni aspri e polemici, ora con toni meno accesi, ma sempre  sostenuti da quella speranza che i nostri genitori ci han detto che deve essere l’ultima a morire ma che alla luce di questi  ultimi avvenimenti si potrebbero riassumere con un bel “chi di speranza vive, disperato muore”.
I governi che si sono avvicendati, compreso quello che ha sostenuto l’iniziativa cioè l’attuale (sempre berlusconiano), talvolta facendo il pesce in barile, talvolta schierandosi apertamente contro, hanno lasciato volutamente aperto uno spiraglio quasi a voler sentire quanto fosse sostenuta dalle controparti l’iniziativa in parola, lasciando aleggiare ora un leggero venticello a favore ora venti di burrasca ma, tant’è che si  è campato di speranze finora!
Usata il più delle volte come merce di scambio, altre volte come una minaccia appena sussurrata, la norma,  come una promessa ammaliante, ci ha  tenuti buoni.
Ogni volta tutti insieme a dirci:” forse la tanto sospirata .. questa volta  si fa!”.
A Natale ci si faceva gli auguri sperando nel nuovo anno ed in qualche iniziativa rivoluzionaria da proporre nei mesi a venire.
Presi in ostaggio o se volete al lazo come le vacche nella prateria  da sindacati  che hanno avuto l’arroganza e la presunzione di decidere per il nostro bene  senza però avercelo mai chiesto.
L’atto finale è di questi giorni, il Comitato ristretto della Commissione Affari Costituzionali del Senato che prende atto di decisioni prese in sedi  governative e certamente su suggerimento di ben pensanti ed alti dirigenti dello Stato che hanno fatto il bello ed il cattivo tempo  anche in altri governi di centro-sinistra, ha deciso di emendare la norma.
Un Parlamento ne fa le spese  e noi con esso, perché questo Governo mostra tutta la sua prevaricazione ed arroganza a scapito della democrazia.
Cosa dire ai colleghi che proprio in questi giorni ci chiedono se vale la pena iscriversi alla nostra associazione  perche la legge,la nostra legge, quella che ci connota come una vera categoria estrapolata dal resto del personale impiegatizio ed in cui vorrebbero per sempre appiattirci i sindacati rappresentativi di categoria? E’ in bilico e sta per essere abrogata.
Continuate in questa inedia o come preferite ignavia , di “color che stan sospesi” di dantesca memoria, consolatevi pensando che non dovrete più pensarci perché c’è già qualcuno che ha pensato per  voi!
Per dirla da robesperriano rivoluzionario dell’ultima ora, le teste son già tagliate e nessuno potrà più recriminare la loro ricollocazione di nuovo sul capo  cioè: “le jeu son fait”.
Il Comitato ristretto della Commissione Affari Costituzionali del Senato sempre rispettando gli ordini di scuderia ( tagliare,tagliare,tagliare…indistintamente o quasi, quello che non interessa loro) ha anche previsto in “qualità di esperto di precetti costituzionali, organizzazione della pubblica amministrazione, princìpi generali dell'ordinamento, norme fondamentali dell'ordinamento comunitario, qualità legislativa e corretta collocazione delle nuove norme nel sistema delle fonti del diritto” anche l’istituzione di unaAutorità per la trasparenza e la valutazione delle pubbliche amministrazioni”, organismo indipendente….. dotato di autonomia organizzativa e contabile nei limiti del proprio bilancio. Organo collegiale composto da cinque membri “esperti in materia di comunicazione pubblica, gestione e organizzazione delle pubbliche amministrazioni, sistemi di rete, e professori ordinari di materie giuspubblicistiche o economiche” che durerà in carica quattro anni e che si avvarrà di almeno una ventina di persone  che già lavorano nel pubblico o per concorso.
Si sta per aggiungere al danno anche la beffa , i soldi  degli stanziamenti previsti per il 2006 e successivi anni oramai perenti e fatti confluire nei c.d. fondi di riserva o speciali del bilancio dello stato cioè i famosi 15.000.000 di euro stabiliti dall’allora Ministro della funzione pubblica On.le Baccini serviranno a pagare questa nuova Autority.
Si pagheranno così, ed ovviamente non parliamo dei venti  lavoratori esecutivi, altre consulenze d’oro.
Pertanto se da un lato si grida ai quattro venti che le consulenze verranno ridotte (si usa il condizionale), dall’altro eccone pronte di nuove con l’Autorità già decisa a tavolino.
I cari colleghi “ignavi” potranno così contentarsi  del c bis) (non è una cattiva parola) del comma 2 inserito nell’emendamento governativo 5.21 del d.d.l. 847, che cosi recita:” ai fini della razionalizzazione organizzativa degli uffici e del contenimento delle posizioni dirigenziali, disporre l'accorpamento, sotto la responsabilità di un unico dirigente, di più unità organizzative, prevedendo altresì che talune funzioni, nell'ambito delle medesime unità, possano essere attribuite a personale non dirigenziale, di cui valorizzare la professionalità e la competenza specifica;».
Approfittatene  perché i posti son pochi e non c’è spazio per tutti e, chi non è stato abbastanza “bravo” pazienza potrà sempre sperare in un’altra legge   che dia la stessa possibilità a tutti i funzionari sulla vice dirigenza, magari ancora in servizio a 67 anni come auspica l’On. Cazzola  per tutti i dipendenti pubblici.
Non c’è altro da aggiungere e non ci resta che ringraziare tutti i governi che sin qui si sono succeduti, i sindacati”maggiormente rappresentativi” (per i pensionati), tutti quelli che nell’opera di demolizione hanno dato il loro apporto quotidiano come i nostri colleghi funzionari e, ovviamente, la splendida regia finale del professor Brunetta di cui ne sentivamo tanto l’esigenza.
A presto risentirci  ma in altra sede!

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